Itinerario I
L'itinerario parte da Malgrate, cittadina che fronteggia Lecco appena al di là del ponte sull'Adda.
Lasciando sulla sinistra la superstrada per Milano, si imbocca il lungolago punteggiato da cipressi. Da qui si gode la visione di Lecco, incorniciata nel verde sotto le guglie del Resegone.
Di fronte al porticciolo si trova Palazzo Recalcati, di proprietà della famiglia incaricata un tempo di riscuotere i pedaggi di transito. La leggenda racconta che anche Giulio Cesare si imbarcò qui per raggiungere la riviera opposta, alla ricerca di nuovi possedimenti da donare ai suoi veterani.
Dopo il porto, sulla sinistra accanto a un vecchio lavatoio, l'ex-filanda Reina-Bovara, ristrutturata come sede di una banca, mantiene le linee neoclassiche della costruzione originale.
D'improvviso la strada si stringe, costeggiando a lago le pareti strapiombanti della Rocca, teatro di battaglie tra i comaschi che la occupavano e i lecchesi.
Itinerario II
Prima di raggiungere il porticciolo di Paré, già in territorio di Valmadrera, si sale a sinistra per via Agudio e dopo pochi metri si incontra l'omonimo settecentesco Palazzo, suggestiva sede del municipio di Malgrate e, da febbraio a maggio, teatro di concerti di musica da camera.
Spronato dal canonico e mecenate Giuseppe Candido Agudio, il Parini trovò in questa cornice malgratese l'ispirazione per comporre "Il Mattino", prima parte del suo capolavoro "Il Giorno".
Nello stesso edificio, le cronache rosa del tempo aggiornarono una love-story fra il nobile e letterato veneziano Luigi Giusti e la poetessa valsassinese Francesca Manzoni (1710-1743) che poi convolarono a nozze: alla morte di lei, il Giusti prese i voti.
Intorno a Palazzo Agudio il vecchio nucleo di Malgrate mantiene la sua impronta secentesca. Sono molti i personaggi celebri nati in questo borgo a un chilometro da Lecco: tra gli altri, l'insigne architetto Giuseppe Bovara che nell'Ottocento ha "firmato" il territorio lecchese.
Ma Malgrate sembra essere l'ambiente ideale per gli inventori: nell'Ottocento altri due membri della stirpe Agudio, Tommaso e Francesco, perfezionarono due rivoluzionarie invenzioni, rispettivamente la cremagliera per trazione funicolare e il forcipe, strumento utilizzato in ginecologia.
Da annoverare anche il genio di Pietro Vassena che nel 1948 inventò un batiscafo col quale raggiunse la profondità record di 412 metri, ad Argegno. A lui è stata recentemente dedicata una lapide sul lungolago di Lecco.
Itinerario III
Malgrate racchiude numerosi siti di carattere religioso.
Particolarmente rilevante la Parrocchiale di San Leonardo, raggiungibile salendo da via Agudio e piegando a destra: già riedificata a metà del Cinquecento fu poi ritoccata in stile neoclassico da Bovara nel 1815.
Al suo interno, il Battistero barocco con un ciborio del Seicento, la cappella della Cintura con volta a botte e rosoni, l'altare di legno con statue dorate dei santi Agostino e Monica realizzate nell'Ottocento dall'artista lecchese Giacomo Mattarelli e dipinti coevi di Cherubino Cornienti.
La chiesa di Sant'Antonio Abate, nell'omonima piazzetta non lontana da San Leonardo, risale al '400 ed è stata riedificata nel '700 con singolare facciata verticale in stile rococò.
La chiesa di San Carlo al Porto, che risale al tardo Seicento, ha pianta centrale e custodisce un'interessante pala di San Carlo con Vergine e Angeli oltre a sepolcri neoclassici.
Lungo Viale Italia, molto frequentate dai fedeli le Cappelle dei Morti della Peste risalenti alla fine del Settecento e citate nei Promessi Sposi e quelle della Crocetta, in via Agudio sulla stradina per la Parrocchiale, mausoleo cinquecentesco di Accorsino da Lodi.
Nella parte alta di Malgrate, lungo via Gaggio, la moderna chiesa di San Grato, con mattoni rossi a vista, disegnata dall'architetto Bruno Bianchi.
Itinerario IV
La superstrada fa da spartiacque ideale tra Malgrate bassa e Malgrate alta.
Se la prima è caratterizzata da un tessuto architettonico di piccole case caratteristiche e dalla presenza dominante del lago, la zona alta, sopra la via Gaggio, si distingue per un fiorire di villette a schiera ai piedi del Monte Barro.
Da qui si snodano i piacevoli sentieri per Pian Sciresa.